La nascita è
un processo naturale

e non c'è nessuna giustificazione
per avere più del 10/15%
di tagli cesarei.

Uno degli obiettivi del parto umanizzato è quello di restituire la nascita ai veri protagonisti:
la madre, il padre ed il bambino.



- Scarica articolo "Nati con Gioia" in pdf. Da Sotto il Vulcano, n. 51-52 inverno 1999/2000.
- Scarica le "15 Raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità" in pdf.

 


Nati con Gioia

dalla rivista Sotto il Vulcano, n. 51-52 inverno 1999/2000. Scarica pdf.

Non si può parlare di figli senza sapere che esistono modi diversi di accogliere una nuova vita. Ad iniziare è stato Frédérick Leboyer, un ostetrico francese che ha approntato un metodo per far si che il primo impatto con il mondo sia meno violento possibile. Luci soffuse in sala parto, tutti parlano sottovoce, accarezzano e massaggiano con calma il neonato, lo pongono a pancia in giù sul ventre della mamma, tagliano il cordone ombelicale solo quando smette di pulsare, per permettere al bambino di abituarsi alla respirazione gradatamente: questa tecnica è ormai accettata da molti ospedali, ma non praticata tanto quanto si vorrebbe.

Ancor meno in Italia è il parto in acqua il cui ideologo è stato negli anni '60, un ricercatore dell'Istituto di Biomeccanica dell'Unione Sovietica, Igor Tarkovski, secondo il quale la nascita è un momento critico per il bambino, che passa da un ambiente acquatico, quasi privo dell'effetto di gravità, ad uno aereo.

Sulla scia di queste esperienza è nato a Catania, nel 1987, il Centro Studi "Nascita Attiva". "La nostra associazione è sorta per impulso di alcuni operatore adetti alla nascita, quali medici, ostetrici, psicologi, fisioterapisti - spiega la vicepresidente Agata Marabotto, ginecologa - Costoro, prendendo spunto dalle 15 raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla tecnologia appropriata per la nascita emanate nel 1985, decisero di sviluppare una nuova visione dell'evento nascita, attraverso l'umanizzazione dell'intervento, che si differenzia dal concetto di medicalizzazione perché tende a preferire il rispetto dei tempi fisiologici e dei bisogni delle donna, dall'inizio della gravidanza al parto. Uno degli obiettivi è quello di restituire la nascita ai veri protagonisti: la madre, il padre ed i bambino".

L'idea si è lentamente diffusa nella provincia etnea dove, fino ad oggi, sono avvenuti più di mille parti umanizzati: il 20% si è svolto i acqua mentre circa 600 donne hanno scelto di partorire a casa. Ma in che modo le donne scoprono di avere la facoltà di scelta tra il parto medicalizzato e quello umanizzato? "Attraverso l'informazione diretta, quella che proviene dall'esperienza di altre donne - prosegue Agata Marabotto - In tal modo riescono ad avvertire la necessità di conoscere il proprio corpo ed apprendono l'esistenza di una metodica che coniuga il bisogno di sicurezza ad benessere durante il parto".

Per diminuire i rischi connessi al parto, i rappresentanti dell'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), Enkin, Keirse e Chalmers consigliano di abbandonare la modalità di assistenza che comprendono, ad esempio, l'induzione al travaglio per rottura prematura delle membrane, l'utilizzazione di metodi meccanici o dell'ossitocina e dele prostaglandine per la maturazione cervicale. A tal fine l'associazione è stata promotrice di una proposta di legge (8 marzo 1993), elaborata in forma di petizione popolare, che tentava di adeguare la normativa siciliana a quella già operativa in altre regioni, il tutto a tutela dei diritti delle donne e del bambino in ospedale.

"La proposta permette alla donna di partorire nel rispetto della fisiologia del proprio corpo - spiega Agata Marabotto - e le offre la possibilità di avere accanto le persone che desidera. Inoltre, prevede di trasformare le strutture ospedaliere affinché tutto ciò sia possibile; di garantire forma pubbliche di assistenza per il parto a casa. Ed ancora tende a favorire la diffusione di un nuova sapere che si sostituisca a quello convenzionale sia fra gli operatori che fra le donne per metterle in grado di fare scelte consapevoli. Tra l'altro la proposta mira a garantire il ricovero dei bambini in Day Hospital, ed obbliga i medici a fornire spiegazioni chiare ai genitori ed a richiedere il loro consenso per qualsiasi sperimentazione clinica."

Ma tutto ciò sembra non interessare l'assessorato regionale alle sanità. "A livello nazionale - conclude la Agata Marabotto - esiste un disegno di legge che permetterebbe di sperare l'ostacolo regionale ma che non è mai stato discusso in parlamento per l'opposizione esercitata da alcune società medico-scientifiche". Una buona notizia però giunge dall'Ospedale di Castelvetrano dove, da un paio di mesi, è operativa una sala parto umanizzato.

Tra le raccomandazioni dell'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) per la sanità vi è anche quella di preparare adeguatamente la donna al parto umanizzato. Il documento evidenzia, infatti, come i fattori sociali, emotivi e psicologici siano estremamente importanti per un'assistenza appropriata.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Gina Bellia, moderatrice di un corso per il parco attivo, perché la riduzione del controllo da parte della corteccia celebrare consente un parto facile e veloce.

La nascita è un processo naturale e non c'è nessuna giustificazione per avere più del 10/15% di tagli cesarei - spiega la pediatra - Come non ha alcuna giustificazione l'uso sistematico dell'episiotamia, di farmaci o del monitoraggio elettronico fetale. E' stato appurato che le donne, come tutti i mammiferi, al momento del parto tentano di isolarsi: e questo è l'istinto, come quello di allattare naturalmente. Gli istinti fanno parte del potenziale umano ma sono fragili, in quanto costantemente inibiti, repressi, alterati a causa del potere esercitato dalla neurocorteccia: il risultato è un mancanza di fiducia in alcune capacità che la nostra specie possiede. Una diminuzione di controllo da parte dell'intelletto e la tendenza a dimenticare ciò che proviene dalla cultura aiutano la donna durante il travaglio ed il parto".

D - Cosa possono fare gli operatori per non disturbare il meccanismo fisiologico della nascita?
R - "Non certo insegnare alla donna a partorire. Durante i nostri incontri con le gestanti ed i loro partner cerchiamo di dare fiducia alla coppia e di trasmettere loro nozioni chiare di anatomia e di fisiologia, e di far capire l'importanza dell'allattamento al seno. La preparazione fisica permette di entrare in sintonia con il proprio essere, mediante esercizi di streching che aiutano il corpo a rafforzarsi ed aumentano la sua elasticità"

D - In cosa consiste il corso di preparazione al parto?
R - "Preferisco chiamarlo corso di sostegno alla nascita, perché non c'è nulla da preparare per un evento naturale. Molte donne arrivano convinte di dover imparare una nuova tecnica per partorire e spesso confondono parto attivo con parto indolore. In realtà hanno bisogno di appoggio e di sentirsi protagoniste per vincere la paura del parto. Non dobbiamo dimenticare che il dolore e la paura sono fisiologici e utili. il dolore durante il travaglio, infatti, stimola la secrezione delle endorfine che aiutano, a loro volta, la secrezione di un altro ormone, la prolattina che induce la produzione del latte".

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